SULLE "NUOVE" 27 ORE PER GLI ALUNNI DELLA PRIMARIA IL BOTTA E RISPOSTA TRA COMITATO GENITORI E ASSESSORE
Alla lettera del neonato gruppo in rappresentanza delle famiglie con raccolta firme da presentare al sindaco, replica Marina Baietta (Politiche educative) con le precisazioni prima dell'incontro per il quale si dice disponibile


27 ore sì, ma da rivedere! Questo in estrema sintesi il concetto espresso da un gruppo di genitori, costituitisi la scorsa settimana nel neonato “Comitato 27 Ore” , i quali hanno inviato al nostro giornale una corposa lettera di contestazione (per quanto costruttiva e con l’intenzione di arrivare ad una intesa che ritengono ed auspicano ancora possibile con il Comune di Abbiategrasso) riguardo la modalità con la quale il Comune stesso ha annunciato il mese scorso che sarebbe cambiata la scansione oraria per gli alunni delle primarie che dal prossimo anno scolastico i loro genitori vorranno appunto far frequentare per 27 ore settimanali, non più con 2 rientri settimanali con uscita alle ore 13, bensì con 3 rientri con uscita alle 13.30.
«Spettabile redazione di “Ordine e Libertà”, con la presente desideriamo esprimere le nostre preoccupazioni e il nostro disappunto in merito alla proposta di rimodulazione dell’orario scolastico delle 27 ore settimanali nelle scuole primarie di Abbiategrasso - ci hanno appunto scritto dal neonato Comitato - Siamo un gruppo di cittadini e genitori direttamente coinvolti, e riteniamo che tale cambiamento possa comportare gravi difficoltà per molte famiglie e compromettere il benessere dei nostri bambini. L’attuale struttura dell’orario delle 27 ore rappresenta per molte famiglie un equilibrio funzionale che tiene conto delle esigenze educative dei bambini e della complessità delle organizzazioni lavorative e familiari. La rimodulazione proposta, che comporterebbe un pomeriggio in meno a scuola, rischia di generare grossi problemi organizzativi, soprattutto per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano. L’assenza di un pomeriggio scolastico obbligherebbe infatti molte famiglie a trovare soluzioni alternative, con un notevole aumento e dispendio di costi e di sforzi logistici.
Inoltre, desideriamo sottolineare che la proposta di rimodulazione non è mai stata pubblicizzata dal Comune, e alcuni genitori ne sono venuti a conoscenza solo durante gli open day delle scuole a fine dicembre. Questo ha lasciato le famiglie prive di un tempo congruo per riorganizzarsi e affrontare il cambiamento. Considerando che il servizio delle 27 ore era attivo da molti anni, nessuno poteva prevedere questo taglio improvviso. Riteniamo che sarebbe stato opportuno coinvolgere le famiglie in un processo di consultazione preventiva, permettendo loro di prepararsi adeguatamente alle nuove condizioni.
Da quanto abbiamo appreso, il vero nodo della questione sembra riguardare la copertura dell’orario mensa. In altre scuole vicine ad Abbiategrasso, si è trovata una soluzione coinvolgendo le maestre per la supervisione durante la mensa, permettendo così di mantenere invariato l’orario scolastico. Riteniamo che questa iniziativa potrebbe essere replicata anche nelle nostre scuole, offrendo un modello sostenibile e in grado di rispondere alle esigenze delle famiglie senza compromettere il servizio educativo. Alcune insegnanti, coinvolte nel trovare una possibile soluzione, si sono già dette disponibili ad aderire ad una proposta di questo tipo.
Un ulteriore punto critico riguarda le famiglie con più figli iscritti già alle 27 ore, che si troverebbero ad affrontare disparità e complicazioni organizzative ancora maggiori, dovendo gestire orari scolastici diversi e una logistica più complessa. Questo aumento della pressione organizzativa rischia di penalizzare ulteriormente famiglie già impegnate nel conciliare lavoro e responsabilità genitoriali.
Inoltre, una riduzione o rimodulazione delle ore di lezione potrebbe influire sulla qualità dell’istruzione, specialmente se non accompagnata da un adeguato potenziamento delle attività didattiche, rischiando di compromettere il percorso formativo dei nostri figli. Invece, se il problema fosse di natura strettamente economica, molte famiglie si dichiarerebbero già disponibili a contribuire con un costo supplementare per preservare il servizio attuale. Anche il pagamento del servizio mensa potrebbe avvenire in anticipo e in un'unica soluzione, superando, quindi, eventuali insoluti.
Alla luce di queste considerazioni, chiediamo che il Comune apra un tavolo di confronto con i rappresentanti dei genitori e delle scuole, al fine di valutare congiuntamente le implicazioni che comporterebbe la rimodulazione oppure il mantenimento delle attuali 27 ore.
Siamo certi che, attraverso un dialogo costruttivo, si possa individuare una soluzione che tuteli il diritto all’istruzione dei bambini e sostenga le famiglie in questo delicato equilibrio tra scuola e vita quotidiana.
Il neonato “Comitato Genitori 27 Ore” ha lanciato una raccolta firme, che verrà presentata al sindaco Cesare Nai e all’assessore Marina Baietta. In poche ore l’iniziativa ha già raccolto un numero significativo di adesioni, dimostrando un forte sostegno e sensibilità da parte della nostra comunità», ha concluso il Comitato medesimo, con lettera da noi ospitata nell’edizione cartacea di venerdì 17 gennaio.
Non si è fatta attendere, in vista di un incontro con le parti in causa, la replica contenente una nutrita serie di precisazioni ad opera della competente assessore comunale, Marina Baietta, appartenente alla giunta guidata dal sindaco di Abbiategrasso, Cesare Nai. Replica giunta in redazione poco fa, nella tarda mattinata di oggi, lunedì 20 gennaio, e che qui di seguito ospitiamo.
«A seguito della lettera aperta inviata ai media locali dal neo Comitato 27 ore, nel confermare la disponibilità ad un incontro in presenza, desidero rendere pubblici alcuni dettagli inerenti il servizio “post 27 ore” - dichiara l’assessora Baietta - con alcune considerazioni di taglio anche politico affinché, anche chi non è direttamente coinvolto, possa comprendere gli aspetti della discussione in essere per farsi un’opinione.
Il tempo scuola di 27 ore è una delle modalità organizzative previste dall’ordinamento scolastico, su scelta delle famiglie, per la scuola primaria.
Per questa tipologia di orario non è prevista l’obbligatorietà del servizio mensa che deve invece essere garantito dal Comune per gli alunni che frequentano il tempo scuola di 40 ore.
Pur non essendo obbligatorio, il Comune, per contribuire alle richieste delle famiglie in termini organizzativi, da qualche anno ha deciso di organizzare il servizio a pagamento chiamato “post 27ore” su richiesta di due sole scuole (Terzani e Aldo Moro) nei tre giorni di rientro pomeridiano a suo tempo stabiliti dalle scuole stesse.
Sono mediamente 180 gli utenti fruitori del servizio che prevede, oltre alla fornitura del pasto, la sorveglianza dei bambini, anche con disabilità, sia durante il pranzo che prima dell’inizio dell’attività didattica pomeridiana.
L’apertura dell’Amministrazione Comunale ad estendere il servizio “post 27 ore” anche al comprensivo Palestro, per garantire pari opportunità di offerta a tutti e tre gli Istituti scolastici e per soddisfare le richieste di iscrizione del bacino di utenza afferente la medesima scuola, è stata posta in un confronto con le Dirigenze Scolastiche.
In tale sede si sono evidenziate le difficoltà del Comune sia per gli aspetti strettamente gestionali sia per l’imprescindibile attenzione alla sostenibilità futura del servizio anche in termini di equilibrio di bilancio e di compartecipazione politica su un servizio strettamente dedicato.
Il confronto ha portato le Dirigenze Scolastiche alla rimodulazione dell’orario scolastico prevedendo che i bambini che si iscriveranno al tempo 27 ore alla classe prima a partire dall’anno scolastico 25/26 (circa 50 utenti) avranno due soli rientri pomeridiani senza che in alcun modo venga intaccata la quantità e la qualità dell’attività didattica dell’articolazione oraria a 27 ore.
Gli iscritti al servizio in anni precedenti, termineranno il ciclo scolastico con i tre rientri pomeridiani.
È bene puntualizzare che non esistono problemi di insolvenze su questo servizio perché si tratta di un prepagato ma non si può non considerare la difficoltà per il Comune di reperimento di personale qualificato di sorveglianza che si renda disponibile ad un impegno lavorativo circoscritto a poche ore e che non può essere sostituito da personale scolastico, come ipotizzato dal comitato 27 ore.
La scelta scolastica ed educativa spetta senza dubbio alle famiglie ma l’amplificazione mediatica con tanto di raccolta firme (sostenuta anche da qualcuno che non è direttamente coinvolto) mi sollecita, politicamente, ad evidenziare il valore educativo e socializzante, oltre che di conciliazione famigliare, del tempo scuola 40 ore offerto da tutte le scuole cittadine, rispetto al tempo corto che, per sua natura, non può prescindere dalla disponibilità famigliare di poter gestire autonomamente gli orari ridotti. Ciò vale inevitabilmente sia che i rientri settimanali siano due, sia che siano tre.
Nell'affrontare la nuova organizzazione del servizio, che ribadisco essere stata presa all'unanimità dai tre plessi scolastici e nel pieno rispetto dell'autonomia scolastica in materia di definizione degli orari, non posso che condividere il pensiero delle Dirigenze Scolastiche e di molte insegnanti che, per competenza e professionalità, tengono a sottolineare che, rispetto alle 27 ore, l'offerta didattica del tempo pieno è certamente più completa e calibrata anche grazie alla maggiore eterogeneità sociale delle classi.
Diversi studi pedagogici dimostrano che il tempo pieno migliora i livelli di apprendimento e riduce significativamente la dispersione scolastica anche offrendo occasioni per attività extra curriculari che promuovono lo sviluppo di competenze “non-cognitive”, sociali ed emozionali.
Per le premesse di cui sopra, ritengo che le criticità espresse dal neo costituito “comitato 27 ore” possano essere superate con la presa in considerazione del tempo pieno per il quale lo stesso Ministero dell'Istruzione e del merito ha investito importanti risorse economiche PNRR a conferma di come risulti la scelta più adatta per ampliare l'offerta formativa delle scuole e rendere le stesse sempre più aperte al territorio e per accogliere le necessità di conciliazione vita personale e lavorativa delle famiglie», conclude la sua lunga e articolata argomentazione l’assessora alla Pubblica Istruzione e alle Politiche educative del Comune di Abbiategrasso, Marina Baietta. .


20/01/2025 - Redazione
© Riproduzione riservata