LA BANDIERA ITALIANA SVENTOLATA SENZA MOTIVO? È PER COLPIRE CON L'ASTA LE PERSONE IN SEGNO DI DISPREZZO
L'incursione del branco nel centro di Abbiategrasso prende di mira 2 donne in 2 giorni. L'indignazione della consigliera Valandro su Facebook. Ma anche alle precedenti esternazioni la sua maggioranza non ha saputo dare risposta

Il Tricolore sventolato a vanvera: non per una festa, non nel contesto di una manifestazione civica, non in occasione di una competizione o per celebrare un successo sportivo. Ma a caso, senza apparente motivo, diciamo pure “per gioco”. Che male c’è? Se fosse un gioco innocente, nessuno. E men che meno se si trattasse di una bandierina giocattolo (ricordate quelle con il vessillo e l’asticella completamente di plastica, oggi giustamente cessate come tanti altri oggetti di questo materiale?), o di uno stendardo da tenersi al collo, o sulle spalle, o tutt’al più fissato a un’asta sempre di plastica rigida, leggera, inoffensiva.
Ma il Tricolore sventolato a vanvera, alternatamente, da alcuni ragazzini delle scuole medie in giro per il centro di Abbiategrasso a fare branco nei pomeriggi di venerdì e sabato, non era affatto un giocattolo: lo stendardo, di ottima fattura, era fissato ad una lunga asta metallica culminante in un classico punteruolo dorato. Da dove arrivava? Come è capitata nelle loro mani? Oppure, come se la sono procurata? Ma soprattutto, che senso ha decidere di portarsela appresso per agitarla come per una finale dei Mondiali di calcio?
Purtroppo la conferma che non si trattasse esattamente di un passatempo qualunque e men che meno di quel che si dice un gioco innocente è arrivata puntuale nella stessa serata di venerdì e, come se non bastasse, si è ripetuta in quella seguente, di sabato 18 gennaio. Primo episodio, in corso XX Settembre, praticamente a cinquanta metri dalla piazza del municipio: ragazzetti avanzano in gruppo, sono più o meno davanti all’androne di vicolo Cortazza, e quello che regge l’asta con la bandiera, più che sventolarla la rotea, la sposta bruscamente da una parte all’altra, da un lato all’altro della strada, noncurante di invadere, con la traiettoria dell’asta sormontata dal punteruolo, il marciapiedi dove le persone vorrebbero camminare sicure. C’è una mamma con un bambino che si vede insidiare da vicino dall’oggetto contundente e ha un sobbalzo, dopo di che, neanche il tempo di lamentarsi con quello che maneggia la bandiera, se la ritrova addosso per davvero, colpita sulla testa dall’estremità dell’asta. Una commerciante che ha assistito alla scena apre la porta del suo negozio e si mette a protestare, in difesa della malcapitata, ma per tutta risposta riceve parole strafottenti e frasi di disprezzo per l’Italia e per gli italiani, a riprova che quello sventolare insensato del Tricolore non fosse nemmeno a vanvera, ma avesse lo scopo di svilirne il significato e, all’occorrenza, di provocare.
Episodio che si è ripetuto, se non nell’identica forma certamente nella sostanza e nell’esito pratico, l’indomani sera, sempre nel tardo pomeriggio, dopo le 18, in piazza Castello. Anche in questo caso ad essere colpita alla testa dal punteruolo che sta in cima all’asta del Tricolore, lo stesso utilizzato ventiquattr’ore prima, sarebbe stata una donna. Lo si apprende dal post pubblicato in merito da Sara Valandro, la consigliera comunale di maggioranza, della lista civica “Abbiategrasso Merita”, recentemente dimissionaria dalla carica di delegata alle Pari Opportunità del Comune: «È la seconda sera consecutiva i cui a delle donne viene picchiata in testa la bandiera italiana, questa volta in piazza Castello - ha scritto la consigliera Valandro - Ma dove sono le forze dell’ordine? Dov’è lo stato? Che schifo! Che schifo!». Dopo di che, sul suo profilo personale di Facebook, ha aggiunto il testo dell’articolo del Codice Penale in base al quale «chiunque vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale è punito con la multa da 1.000 a 5.000 euro, aumentata da 5.000 a 10.000 euro nel caso in cui il medesimo fatto sia commesso in occasione di una pubblica ricorrenza o cerimonia ufficiale»; e che ci ricorda anche che «chiunque pubblicamente o intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale è punito con la reclusione fino a due anni».
Forse la consigliera Valandro vuole suggerire, con tali post, alle Forze dell’Ordine qualche motivo in più per intervenire con solerzia nei confronti di questi ragazzini il cui comportamento nei confronti della bandiera nazionale, come pure delle persone, non dovrebbe ammettere scusanti, se non quella della minore età che non può però essere considerata la scusante per qualsiasi tipo di scorribanda. E forse dovrebbe anche essere più incisiva nei riguardi del sindaco e della giunta, dal momento che appartiene alla loro stessa formazione e che certe sue esternazioni già espresse a suo tempo in Consiglio comunale non sembra abbiano avuto, sulle politiche amministrative cittadine, l’effetto desiderato.
Testimoni oculari intanto fanno sapere di aver notato, nel pomeriggio di venerdì intorno alle 17, un terzetto di ragazzini armati del famigerato Tricolore con asta metallica e punteruolo muoversi in bicicletta dai dintorni di via Leonardo da Vinci angolo via Greppi, diretti verso il centro. Probabilmente è da lì, tra via Greppi e via Segantini, che si è mosso, percorrendo poi via Palestro, corso San Martino, piazza Golgi e piazza Marconi fino a corso XX Settembre.

20/01/2025 - Marco Aziani

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