Cordoglio tra gli abbiatensi (numerosissimi, tra coetanei, amici legati alla comunità locale di Comunione e Liberazione, colleghi ed ex alunni) che nella loro vita hanno percorso almeno un pezzo di strada insieme a Giuseppe (“Peppo”) Ferrario, il quale, come ha scritto un suo caro amico che ha condiviso con lui la passione per l’insegnamento, «è tornato alla casa del Padre nella giornata di sabato 18 gennaio, dopo tanta sofferenza vissuta con grande fede».
Ancora, il ritratto che questo amico ce ne offre è quello dii «un uomo di grande sensibilità, insegnante di matematica e poeta, che ha sempre messo davanti a sé gli altri e i loro bisogni, dandosi totalmente per ogni ragazzo e per ogni ragazza che si rivolgevano a lui». E ancora: «Peppo è stato un insegnante che amava la Matematica e che si impegnava con tutte le sue energie per comunicare la sua passione ai giovani d'oggi. In lui erano unite la grande professionalità - la Matematica era davvero il suo pane quotidiano! - e lo sguardo ai ragazzi e alle ragazze, poiché, mentre insegnava le funzioni, lo faceva come autentico gesto d’amore nei riguardi dei ragazzi e delle ragazze che imparavano da lui, e l'esito di questo processo lo si riscontrava nella grande affezione che li legava».
Da ultimo, il “Peppo” letterato, che prendeva gusto non solo nell’elaborare numeri e formule, ma anche nell’uso delle parole scelte con cura, del ritmo, della musicalità della nostra amata lingua: «Una personalità affascinante la sua - prosegue l’amico Gianni che ne ha tracciato per primo il ricordo - con una sensibilità poetica capace di trapassare le apparenze per arrivare all'essenziale. Portava con sé la ricerca del vero e andava a guardare dentro ogni evento e negli occhi di ogni persona per raggiungere il loro punto di consistenza. E Peppo aveva inoltre una coscienza struggente del limite dell'uomo e comunicava senza reticenze questa percezione della finitezza di ogni cosa; ma non si fermava a questo, perché cercava ciò che vince il nostro limite. In una poesia molto commovente lui scrisse: «Nella mia / finitudine / Tu / tienimi la mano».
Ecco, in questi semplici versi imploranti di Peppo Ferrario, la coscienza della nostra umanità piena di limiti, ma nello stesso tempo la certezza di una Presenza amica che ci tiene la mano. La sua vita, insomma, ha testimoniato una unità affascinante: una unità che ora è compiuta».
Peppo Ferrario è stato anche, negli ultimi anni, volontario di Portofranco, l’associazione con sede in via Giramo ad Abbiategrasso (per gentile concessione del Comune) che si occupa di aiutare alunni e studenti nello studio e nei compiti, apprezzato e benvoluto da tutti.
Dal pomeriggio di ieri, domenica 19 gennaio, è possibile rendere omaggio alla salma di Peppo Ferrario presso la casa funeraria di viale Papa Giovanni XXIII ad Abbiategrasso, aperta anche oggi fino alle 18.30 e martedì fino alle 12.
Sempre oggi, lunedì 20 gennaio, in suo suffragio vi sarà la recita del santo rosario alle 18.30 nella chiesa del Sacro Cuore in viale Mazzini, dove domani, martedì 21 gennaio alle 15, sarà celebrato il funerale, preceduto ancora dal Rosario alle 14.30.
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