SALA D'ATTESA DELLA STAZIONE CHIUSA PER LAVORI, MA I PENDOLARI PATISCONO BEN ALTRI DISAGI
C'è chi lamenta l'infelice scelta della stagione più fredda. Mentre è un coro di protesta quello di oggi per la soppressione di due treni per Milano in meno di un'ora


«Si comunica che da lunedì 13 gennaio la sala d’attesa della stazione di Abbiategrasso sarà inibita ai viaggiatori per circa 10 giorni per lavori di ristrutturazione. Cordiali saluti».
L’avviso, stampato su un anonimo foglio formato A4 infilato in una cartellina trasparente e fissato con nastro adesivo lungo tutto il perimetro alla grata metallica chiusa a protezione della porta a vetri affacciata su piazza Fratelli Rossi, preceduto dalla scritta “Fs Comunicazione” e che reca appunto, come firma, la sigla Fs, ha fatto la sua comparsa nel weekend 11-12 gennaio. I lavori sono effettivamente in corso dal giorno seguente. Che cosa implichi esattamente la ristrutturazione non è dato capire, anche se dalla finestra affacciata a sua volta sul piazzale è possibile inquadrare la situazione. E l’ipotesi che venga rispettata la scadenza indicativa di una decina di giorni (che vorrebbe dire arrivare a conclusione nella serata di domani, mercoledì 22 gennaio) sembra piuttosto improbabile.
Ma quello dell’impossibilità di trovare riparo in sala d’attesa nel cuore del mese di gennaio (sulla carta, il più freddo dell’anno, perché è vero che le temperature minime negli ultimi giorni sono in netto rialzo, ma notoriamente l’aumento dell’umidità è più fastidioso delle gelate sotto cieli tersi) e di essere dunque costretti a sostare sulla banchina o a cercare rifugio (e ristoro) dentro il bar della stazione, per i pendolari abbiatensi della Milano-Mortara è solo l’ennesimo disagio, quello che si dice la punta dell’iceberg. In particolare nella mattinata di oggi, martedì 21 gennaio, sono infatti piovute in redazione svariate segnalazioni ad opera di viaggiatori impossibilitati a raggiungere Milano in treno in condizioni umanamente accettabili.
Quali siano state le ragioni, come sempre, è difficile capirlo (e francamente ai poveri utenti della linea interessa anche poco), ma quello che è accaduto questa mattina mettendo pesantemente in crisi la tenuta della nostra linea e la pazienza dei nostri pendolari è stata la doppia cancellazione nell’orario più critico: soppresso il 6.54 da Abbiategrasso a Milano Porta Genova, partito con una manciata di minuti di ritardo quello delle 7.13 in versione carro bestiame, anzi deportazione dei prigionieri (che in casi come questo lo sono a tutti gli effetti), di nuovo soppresso quello previsto per le 7.45 con ipotetico arrivo nel capoluogo alle 8.11.
Fotografie e brevi video sono stati subito messi in circolazione, specialmente dai pendolari rimasti a terra, per alimentare giustamente l’indignazione generale. Ma a che serve? C’è chi, ai vertici delle aziende di trasporto pubblico, racconta (o millanta) storie di sabotaggi. Ma il sabotaggio numero uno è quello che patiscono i viaggiatori paganti diretti ogni giorno al lavoro, ad opera di un servizio che continua a mostrare le sue falle.
Un servizio dal quale sono sparite le figure di riferimento per i viaggiatori: il controllore non si sa più nemmeno se esista (e d’altra parte sulla maggior parte dei treni delle ore di punta non avrebbe nemmeno lo spazio per muoversi tra la calca); e il capotreno se ne sta rintanato insieme al macchinista quando invece i treni sono poco (e male) frequentati e sempre più cittadini (e soprattutto cittadine) non si fidano più a viaggiare nemmeno in pieno giorno e se possono scelgono di muoversi in macchina…


21/01/2025 - Marco Aziani
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