Si è da poco conclusa una settimana in cui l’argomento predominante dei media televisivi, a parte la pandemia che ci opprime da un anno, è stato il Festival di Sanremo, o per meglio dire il Festival della vanità, del vuoto, del nulla… ovvero uno dei peggiori festival da 71 anni a questa parte.
Per non esser fraintesa, chiarisco il mio pensiero: io nutro il massimo rispetto per tutti coloro che hanno lavorato con il massimo impegno, dietro e davanti al palcoscenico, alla realizzazione di questo importante evento, che seguo da anni proprio perché rappresenta un’ immagine dell’Italia di qualità nel mondo, il mondo della musica che tanta soddisfazione, emozioni ed orgoglio ci ha regalato; nutro grande stima per i cantanti che con la loro professionalità e talento hanno contribuito – anche senza effetti speciali – ma con il solo uso della ragione, del bel canto, della qualità interpretativa, e dei valori che hanno sempre contraddistinto il nostro Paese, oltre al buon gusto, alla educazione, alla sensibilità, discrezione e grande senso di responsabilità, a rappresentare l’Italia nel mondo.
Non oso pensare al dolore e al disgusto che cantanti del calibro di Modugno, Tenco, Mia Martini e molti altri che non ci sono più, avrebbero provato di fronte a questo “spettacolo”.
L’Italia ha pericolosamente perduto i propri valori, soprattutto cristiani, che hanno sempre contraddistinto le generazioni dei nostri padri , dei nostri nonni.
Se questo è lo scenario che si prospetta per il futuro dei nostri figli e se certi personaggi sono gli “influenzatori” delle prossime generazioni, il declino morale sarà ancora più veloce.
Questo non è progresso, emancipazione e neanche libertà perché la libertà per essere veramente libera deve avere dei limiti, altrimenti è soltanto confusione e caos.
SANREMO "TRASH" E I VALORI CHE NON CI SONO PIU´
11/03/2021 - Laura Calasso