Il Papa, per “essere sul pezzo”, ha dedicato la Via Crucis ai bambini che vedono la loro vita sconvolta dalla pandemia: non poter dire addio al nonno, non poter andare a scuola, non vedere gli amici della pallavolo.
Per carità, si tratta senz’altro di realtà tristi che rimarranno nella memoria dei bambini per tutta la loro vita ma purtroppo ci sono altre realtà, non tristi bensì tragiche, che segnano la vita di milioni di bambini: bambini ridotti in schiavitù, bambini che non hanno potuto dire addio ai genitori perché gli hanno tagliato la testa sotto i loro occhi, bambini che vengono infilati tutti i giorni in cunicoli sotterranei per estrarre minerali preziosi alla green economy tanto cara a Francesco, bambini che dall’Africa all’Asia vengono sfruttati in modo disumano per il tornaconto delle multinazionali e dei satrapi del terzo mondo.
Ecco, io spero che Francesco dedichi a loro la prossima Via Crucis contribuendo così a stroncare l’accidia del mondo occidentale. Ma ne dubito.
Francesco, un Papa distratto
05/04/2021 - Roberto Bellia