Carissimo direttore, ho letto nei giorni scorsi un articolo di Eugenio Scalfari nel quale il fondatore di Repubblica fa una riflessione sul giornalismo come lui lo ha vissuto e non ho nulla da dire su quanto ci racconta se non ringraziarlo per averci fatto entrare nella sua avventura umana e professionale. Due cose particolari mi hanno colpito del suo articolo. La prima è la citazione di un pezzo dell'Osservatore Romano sull'esame di coscienza. Molto interessante e una bella sfida questa che ci riguarda tutti, credenti e non credenti, perché per raccogliere il positivo di ogni giornata l'esame di coscienza è decisivo. L'io cresce non per quello che fa o per le reazioni che ha, ma perché ne prende coscienza. Un lavoro nel qualei ci dovremmo impegnare tutti per non perdere ciò che vale per il nostro io. Non si cresce per una somma di esperienze, si cresce perché le si fa proprie. La seconda cosa che mi ha colpito è quando Scalfari racconta della redazione di Repubblica e dice che andavano spesso a giocare a biliardo. Questo tocco d'umanità è ciò che salva ogni essere umano dal cadere nelle maglie soffocanti dell'ideologia, che uno giochi lo rende ancor più attento alla realtà e geniale.
La "coscienza" del giornalista
12/04/2021 - Gianni Mereghetti