E’ uscito in questi giorni nelle librerie, edito da Greentime e scritto da Rodolfo Grassi, un tomo di 480 pagine dal titolo “L’odissea dei cacciatori 1881-2019: diario d'un viaggio con la Natura". Il libro racconta la storia dell'associazionismo venatorio dai suoi albori ai nostri giorni, a partire dal 23 ottobre 1881, quando a Milano nacque il primo testo unico sulla caccia in Italia dopo l'Unità. È un libro senz'altro affascinante per gli addetti ai lavori e per gli appassionati cacciatori, ma siccome è contestualizzato con gli avvenimenti storici che si sono dipanati negli anni è di gradevolissima lettura, come un romanzo di vita vissuta. Ma quello che è più interessante per noi abbiatensi e circonvicini è il capitolo che inizia a pagina 437 a titolo “Quando il Ticino era il grande fiume d'oro”, parlando dei meriti della Federcaccia di Abbiategrasso, dei cinofili e dei conduttori di cani meravigliosi. Fra i nomi citati: Fausto Carati, esimio dirigente venatorio, Eligio Colombo di Robecco, sapiente giudice Enci, Carlo Cavallotti, presidente della Fidc abbiatense, «che lascia un nome onorato» (testuale). Viene citato Giovanni Fasani, grande allevatore di setter, in buona compagnia del professor Carlo Annibale Maggi, conosciutissimo nel nostro ospedale e tra l'altro proprietario di Bouvard del Cerano, celebre pointer campione d'Europa alla grande cerca. Altro nostro concittadino proprietario di un altro campione d'Europa,Ticinensis Cruift, che ha meritato un posto nel libro è il dottor Paolo Ticozzi. Altri nomi, come quelli dei fratelli Chiesa e delle sorelle Nubia ed Elena Tagliavini, fanno parte del famedio della cinofilia e della caccia abbiatense. Un libro che consiglio ai nostalgici “tesinatt” e a coloro che amano la nostra piccola grande storia.
QUATTRO PAGINE DEDICATE ALL´ABBIATENSE
07/05/2021 - FF