Caro sindaco Cesare Nai, oggi è il 24 maggio e invece che sentir passare le armate sulle acque calme e placide del Piave, guardo sconsolato il verbale della nostra assemblea di condominio del 15 ottobre scorso - 7 mesi fa - con cui tutti noi, salvo un astenuto, abbiamo incaricato l’amministratore di avviare le pratiche per la riqualificazione energetica dell’edificio, usufruendo del famoso bonus fiscale del110%. Il nostro condominio, infatti, come la maggior parte del patrimonio edilizio italiano, è un vero colabrodo energetico: dai nostri muri, tetto e finestre escono fiumi di calore, che produciamo bruciando gas a caro prezzo. Il nostro condominio, come la maggior parte degli edifici, perde più del 40% delle calorie prodotte dal nostro impianto termico. Anche noi contribuiamo a quel riscaldamento globale del pianeta che tanti danni procura, qui più che altrove: non tutti sanno che la Pianura Padana non è solo uno dei posti più inquinati del pianeta, ma anche uno di quelli in cui le temperature sono più aumentate. Le stime parlano da 1,7 a 3° centigradi in più. Per scaldare d’inverno e rinfrescare d’estate le nostre case noi bruciamo molto, ma molto più gas e consumiamo molta, ma molta più elettricità di quello che faremmo dopo aver ben coibentato l’edificio. Stiamo regalando un sacco di soldi ai petrolieri. Uno si aspetterebbe che le amministrazioni pubbliche favorissero in ogni modo chi desidera consumare meno energia e inquinare di meno. Che gli amministratori pubblici spronassero gli uffici competenti affinché rispondano velocemente alle richieste dei molti cittadini, e si organizzassero adeguatamente per farlo. Sogni... Dopo sette mesi dall’assemblea, stiamo ancora aspettando che l’Ufficio preposto trovi gli atti di fabbrica del nostro condominio. Dopo innumerevoli visite, ci siam sentiti dire: «Aspettate che vi chiamiamo noi quando li avremo trovati»... Tieni presente che a Milano in un mese mi hanno consegnato gli atti di fabbrica di un condominio costruito nel ’53, vent’anni prima del nostro edificio. Non siamo sfortunati, e non è un caso isolato. Solo il mio amministratore ha presentato 17 domande di accesso agli atti per altrettanti edifici e ne ha ritirate, dopo mesi di peregrinazioni e preghiere, solo 7. Cercare una pratica in un archivio ordinato dovrebbe richiedere ore, non anni. Mantenere un archivio disordinato è indice di inefficienza e di spregio dei bisogni dei cittadini e delle necessità delle imprese, che hanno diritto ad aver risposte celeri e complete; non prevedere per tempo che una legge di cui si è parlato per un anno avrebbe comportato molte richieste di accesso all’archivio degli atti comunali, è indice di... dimmelo tu... I sette mesi persi rischiano di non permetterci di rispettare la scadenza della fine dei lavori che, per legge, è stata fissata al 31 dicembre 2022, e di impedirci di accedere al bonus, con gravissimo danno economico per tutti e per l’economia di questa città. Se i tempi dei vostri uffici sono questi, rischiate di vedervi chiedere il risarcimento dei danni da tutti coloro che avrebbero avuto diritto di accedere al bonus (e dunque avrebbero potuto riqualificare la propria abitazione e risparmiare migliaia di euro ogni anno). Visto che ci conosciamo da tanti anni, mi permetto perciò di darti pubblicamente un consiglio: se fossi in te, mi attiverei per rendere celere l’attività dell’Ufficio tecnico comunale. È un problema che si trascina da lustri, te l’assicuro. Tu ne guadagneresti certamente in popolarità, le imprese potrebbero lavorare, i tecnici non impazzirebbero e noi tutti cittadini vivremmo in un ambiente migliore e più sano, e avremmo più soldi da spendere per sostenere i commercianti locali. Buona giornata.
UFFICIO TECNICO: 7 MESI DI RINVII
28/05/2021 - Luca Bergo