ROBECCO FUTURA, SINDACI E ACQUE CALME...

18/06/2021 - Robecco Futura

Non agitare ciò che è calmo, ma calma piuttosto ciò che è agitato. Così dicevano i latini, sempre saggi nelle loro sferzanti definizioni, le quali ben si addicono al vivere quotidiano di molte persone ma anche, purtroppo, alla politica. Sia quella ad alto livello che quella locale. Di quest’ultima in particolare vogliamo parlare. In tempo di Coronavirus, è prevalso lo sforzo meritorio da parte di molti sindaci di cercare di calmare le acque agitate, intervenendo dove e come potevano, anche con pochi mezzi a disposizione. A loro va tutto il nostro plauso e la nostra stima per aver saputo affrontare la pandemia in termini organizzativi, a volte prendendosi carico di questioni sanitarie senza averne le competenze e sopperendo con la buona volontà. Ma se sono ben riusciti in questo intento – calmare ciò che è agitato – si sono dimostrati estremamente proficui nel non agitare ciò che è calmo, ossia introdurre una programmazione locale e territoriale che potesse, una volta finita la pandemia, far nascere il futuro dei territori a loro affidati. Per la verità non è una novità assoluta. Molte amministrazioni comunali hanno vissuto cercando di non agitare nessuno, e questo si è sempre dimostrato un ottimo modo di riottenere il consenso elettorale. Amministrazioni che sono passate senza lasciare un segno tangibile e riconoscibile del loro operato, che rimanga nella storia delle proprie comunità. Una sorta di vivi e lascia vivere, un modus operandi che non fa né bene né male,senza avere come obiettivo una programmazione, una progettualità condivisa con la propria e le altre comunità territoriali.

Ora però l’Europa con il Next Generation EU ci impone di cambiare ritmo, perciò non possiamo più continuare a calmare ciò che è agitato ma dobbiamo agitare ciò che è calmo. Siamo costretti ad agire, abbiamo davanti una rivoluzione storica e nessuno di noi può tirarsi indietro. Soprattutto non possiamo andare avanti a comportarci come prima su temi che riguardano in particolare il clima, l’urbanistica, il modo di viaggiare, di produrre. Si parla tanto di rigenerazione che, come indica la parola stessa, è l’inizio di qualcosa di nuovo, e questo “nuovo” per fiorire deve necessariamente far morire il “vecchio”. Cari Sindaci, con lo stesso coraggio con cui avete affrontato la pandemia prendendovi carico anche delle sofferenze dei vostri concittadini, ora dovete affrontare il futuro. Farlo da soli è difficile. Più si è, più si fa comunità (il Covid lo ha insegnato), più si cerca la collaborazione, meglio si farà e meno si sbaglierà. Ci piace tanto la frase citata dalla giovane poetessa Amanda Gorman all’inauguration day di Biden: «Finché avremo gli occhi sul futuro, la Storia avrà gli occhi su di noi». Sembra l’abbia presa a prestito dalla nostra lista.