Carissimo direttore, Luciano Fontana rilancia dalle pagine del Corriere della Sera la questione della scuola, lo fa rispondendo ad un lettore con un pezzo dal titolo "Scuola, persi due anni: non possiamo sbagliare". Raccolgo la sfida che mi pare decisiva. E nel raccoglierla mi sembra importante dire che questi due anni non sono stati persi, forse dal punto di vista istituzionale sì, ma dal punto di vista esistenziale hanno fatto emergere con più evidenza che per fare scuola ciò che è essenziale è la domanda di senso che mette insieme insegnanti e studenti. Che abbia senso studiare, conoscere, far fatica, questa è l'urgenza che si è fatta largo nella pandemia e chi ha preso sul serio questa domanda ha vissuto a scuola con una grande intensità e ha colto la decisività del rapporto educativo. Questo, che la scuola è rapporto di libertà viene prima di ogni discussione sulla dad e sugli organici, qui sta la speranza della scuola. Così è importante quel non possiamo sbagliare che sostiene Luciano Fontana e che ha negli studenti, negli insegnanti, nelle famiglie la strada da percorrere per riuscire a colmare le tante lacune presenti. Che il governo faccia quel che è suo compito, ma sappia che ciò su cui puntare sono le forze vive della scuola, i tanti insegnanti e studenti che entrano in classe mossi dal desiderio di conoscere e di essere felici. Il ritorno in presenza è una occasione unica per poter fare esperienza reale di educazione, per poter guardarsi in faccia con quella simpatia che fa imparare gli uni dagli altri.
LA SFIDA DA RACCOGLIERE: SUL RITORNO A SCUOLA NON SI PUÒ PIÙ SBAGLIARE
03/09/2021 - lettera firmata (G.M.)