C’erano, secoli orsono, secoli prima che venisse scoperta l’America, sulle sponde dell’Africa, i mercati degli schiavi, mercati in cui gli africani della costa vendevano altri africani, quelli dell‘interno, i quali essendo meno combattivi soccombevano e perciò venivano imprigionati e venduti come fossero animali da lavoro: tra i loro migliori acquirenti gli islamici.
Fatta questa necessaria premessa storica ancora una volta si sta riaprendo un mercato degli schiavi, anzi, delle schiave.
Infatti è la democratica spinta arcobaleno che reclamando i diritti LGTBQ+ ad impossessarsi di bambini sventola la bandiera del “Desir d’enfant”.
Sì, nella Francia di Macron hanno aperto il mercato del “Desiderio di bambino”, mercato in cui i principali operatori di settore (sic) offrono a prezzi elevati la possibilità a coppie omosessuali o a donne che detestano le smagliature di acquistarsi una futura partoriente: la fiera dell’utero in affitto, dove donne bisognose vendono il loro ventre a ricchi o ricche acquirenti: le nuove schiave del XXI secolo: col plauso dei sedicenti progressisti.
La perla più preziosa di questa kermesse atea è la possibilità di farsi confezionare un bambino o se si preferisce una bambina con la pelle, gli occhi e i capelli del proprio colore preferito: come scegliere i frutti ad uno ad uno sul bancone di un supermercato.
E la storia insegna che col passare degli anni qualsiasi deriva, anche la più impensabile e disgustosa, potrà prender piede.
Naturalmente a qualcuno in Italia è venuto in mente di aprire i padiglioni della stessa fiera chiamandola “Un sogno chiamato bebè” e purtroppo credo che ci riuscirà perché il dotto elettore italiano (ma è così in tutto il mondo) non dimostra alcun interesse ai princìpi etici: la morale non vota.
E lo chiamano libero progresso!
La fiera campionaria dei bambini su misura
13/09/2021 - Roberto Bellia