Ho appreso con sorpresa della scomparsa del Dr. Renato Samek e ho interrotto quello che stavo facendo perchè la commozione mi ha assalito repentina e tenace. Saranno innumerevoli le attestazioni di stima nei suoi confronti che arriveranno al giornale, ma voglio comunque mettervi a parte di tutto ciò che mi ha dato sin dal mio arrivo ad Abbiategrasso nel 1980, quando ho iniziato a frequentare da studente l'Ospedale C. Cantù. L'Ospedale si reggeva allora su figure di altissimo profilo professionale, eccezionale carisma, magnifica cultura e cristallina schiettezza. Fra queste, il Dr. Samek spiccava anche per una qualità innata che consisteva nel saper insegnare la medicina. Detto oggi, alla luce della tecnologia incombente, può sembrare strano, ma allora questo insegnamento era un dono che pochi potevano elargire, e Lui era in grado di farlo con semplicità, per la qualità culturale dei suoi studi e per l'abilità con cui si approcciava al paziente, interrogandolo con precisione e visitandolo con accuratezza. La diagnosi così veniva dalla prima visita, più che dai percorsi diagnostici successivi. Mi ha guidato per preparare la tesi di laurea e agli inizi della carriera come un secondo padre e di questo Gli sarò sempre debitore. Il medico che sono oggi deriva in gran parte da quel modo di essere medico in cui Renato Samek è stato insuperabile. Gli sia lievissima la terra.


<i>Dr. Daris Ferrari
Direttore U.O. Oncologia Medica
ASST Santi Paolo e Carlo, Presidio Ospedaliero San Paolo, Milano</i>