Terre rare e Green Economy

27/10/2021 - Roberto Bellia

In Groenlandia, Paese europeo, ci sono grandi giacimenti di terre rare come cerio, lantanio, neodimio, disprosio, gadolinio: minerali dai nomi totalmente estranei alla gente comune che però sono ben conosciuti ai politici americani e cinesi che hanno gli occhi ben aperti, infatti il loro possesso sta scatenando una vera e propria guerra tra Stati Uniti e Cina, consci che senza di esse si può dire addio a batterie elettriche e motori ibridi e alle turbine per energia eolica. La UE perché non interviene per assicurarsene l'esclusiva?

L’incredibile è che per estrarre questi minerali dalle rocce in cui sono contenuti occorrono sistemi di separazione che richiedono enormi impieghi di acqua, energia e di sostanze altamente inquinanti come l'acido solforico, inoltre, spesso, questi minerali finiscono per liberare sostanze radioattive e per queste cause l’occidente manda i minerali grezzi in Cina che, aggirando le procedure di produzione sostenibili, fa il necessario per estrarne ricchezza, Cina che è addirittura arrivata a subappaltare queste lavorazioni alla Birmania che delle lavorazioni ecosostenibili se ne infischia ancora di più : più inquinamento e più radioattività, il top, a quanto pare, per i seguaci di Greta che continuano a perorarne l’impiego.

Paradosso triste per coloro che sono governati da Ursula von der Leyen & Co. è che la UE fino a ieri si è completamente disinteressata a queste materie prime indispensabili per raggiungere gli obiettivi che lei stessa si è posta: lungimiranza encomiabile. Adesso però sembra essersi svegliata dal suo letargo e sta compiendo i primi timidi passi per non essere completamente tagliata fuori dalle fonti di approvvigionamento di queste risorse.

Nei tanti dibattiti in cui i sostenitori della Green Economy peroravano la loro causa facendo previsioni catastrofiche non ho mai sentito puntualizzare che la quasi totalità della produzione dei minerali ad essa necessari passa attraverso la dittatura cinese, che per la produzione dei sistemi utili alle famose fonti rinnovabili si produce inquinamento, in piccola parte anche nucleare, e che allo stato attuale è la Cina ad avere in mano il rubinetto della distribuzione delle materie prime indispensabili alla nuova e futura economia mondiale: una potente arma di ricatto politico.