Caro Direttore, martedì mattina alle 9.30, il 9 novembre 2021, sul sagrato della chiesa di San Pietro c’era davvero tanta gente, e il motivo è perché mio padre Cateno Parasuco, detto Tino, era una persona davvero conosciuta: vi scrivo e vi racconto chi è. Già voi del giornale lo conoscevate quando per più di 20 anni ha portato gli articoli di pesca a Tassi, scritti in un italiano sgrammaticato e per questo divertenti. Poi ho iniziato io a fare gli articoli per loro, ma stavolta purtroppo non è per un evento di pesca. Mio papà ha iniziato a lavorare all’età di 6 anni nei suoi campi di olive in Sicilia a Barrafranca (Enna). Suo papà era appena morto e la madre faticava a mantenere lui e le altre sorelline, quindi ha venduto i terreni ed è venuta al nord in cerca di lavoro. Così tutti poco più che adolescenti hanno dovuto cercarsi lavoro per poi creare ogniuno una propria famiglia qui ad Abbiategrasso. I miei genitori hanno lavorato in ditte locali quali la Nestlè, la Siltal, la Mivar e infine anche la Masserini a Robecco. Entrambi capoturni, facevano i doppiturni per mettere via i soldi e comprare casa, eravamo in affitto e con me e mia sorella piccoline ci hanno sfrattato, quindi abbiamo cambiato casa e fatto il mutuo nelle case ex popolari qui vicino via Legnano. Da poco nella nuova casa, una mattina mio papà è stato vittima di un incidente di caccia e rischiando la vita ha perso una mano. Poi un bel giorno la Masserini è fallita ed entrambi i miei genitori sono rimasti senza lavoro, per fortuna nella sfortuna avevamo i soldi dell’incidente della mano di mio papà. Con una parte di quelli (visto che la rimanenza è stata prestata a dei parenti senza averne visto un ritorno) i miei hanno aperto negli anni 90 il negozio Euro Pesca, che prima era in via Cesare Correnti, ora in viale sforza. Circa 10 anni dopo hanno avuto in gestione il laghetto a Vermezzo con Zelo ed in 18 anni quel laghetto è diventato il punto di riferimento per la pesca agonistica e per eventi locali. In più, grazie a delle particolari concessioni regionali i miei genitori sono riusciti a fare costruire degli scivoli in cemento per accedere alle sponde, per agevolare la pesca alle persone disabili in carrozzina. La gestione è durata finora, dopo quasi 18 anni di rinnovi delle convenzioni. Di recente i miei genitori avevano contratto il covid e si sono dovuti curare in casa, chiudendo il laghetto per più di un anno, ma le condizioni di Tino sono molto peggiorate. Ha avuto una serie di mini ictus scoperti solo tramite una fortuita tac, l’Alzheimer ha preso il sopravvento ed è peggiorato col Covid, è rimasto allettato da aprile 2021 e, nonostante il vaccino, sono sopraggiunte altre complicazioni fra cui trombosi e la fatale polmonite (non covid). Sono state fatte tutte le cure possibili ed immaginabili, con un’infermiera specializzata che veniva 4 volte al giorno, una supplementare per il catetere, visite frequenti a domicilio del medico di base, visite nelle strutture tramite ambulanza privata, ma sopraggiunta l’ultima polmonite non c’è stato nulla da fare. All’ospedale hanno consigliato di portarlo a casa così da fargli trascorrere gli ultimi giorni in tranquillità. Fiato corto, 2 patch di morfina e tanto Amore. Ho fatto richiesta anche all’Hospice, ma non abbiamo fatto in tempo: sabato alle 13 mio papà è spirato. In camera mortuaria è stato un viavai di parenti e amici, più che altro sui loro visi c'era lo sgomento nel vedere quanto era magro mio papà, pochi lo avevano visto e per molti è stato impressionante il suo inevitabile cambiamento. Martedì la bara è stata chiusa, ma la gente non è mancata per l’ultimo saluto al mio papà; sono contenta per lui che tanta gente gli abbia voluto così bene, grazie agli abbiatensi, ai vermezzesi e a tutti quelli che l’hanno conosciuto e sostenuto. Grazie.
ADDIO A TINO PARASUCO, LA FIGLIA MARI LO RICORDA COSÌ
12/11/2021 - Marianna Parasuco