E’ in corso la raccolta di firme per il referendum sulla legalizzazione dell’eutanasia e, come logico, ci sono due schieramenti che si fronteggiano, i pro e i contro l’interruzione di una vita umana. Dal 2018 è in vigore una legge che permette il testamento biologico perciò chiunque abbia espresso la volontà del ricorso all’eutanasia in determinate situazioni deve vedere esaudito il suo desiderio: fermo restando in diritto all'obiezione di coscienza da parte di medici e infermieri. Il problema per molti sostenitori dell’eutanasia è che qualora venisse promulgata una legge che la introduca questa possibilità, in caso di mancanza di testamento biologico, possa dar adito a degenerazioni pericolose. Purtroppo questo è il punto, viviamo in un Paese in cui le leggi sono, di fatto, il grimaldello messo in mano ad un giudice per stravolgere lo spirito che le ha fatte promulgare perciò abbiamo una ragionevole paura a legiferare su temi bioetici. A questo punto è indispensabile che qualora entrasse in vigore una legge sull’eutanasia in questa legge si traccino binari inderogabili che, come previsto dalla Costituzione, diano ai giudici l’obbligo di rispettare il suo mandato "interpretando" e non "manipolando" le sue norme. Inoltre rimango dell’idea che per l’approvazione di qualsiasi legge bioetica debba essere prevista una maggioranza qualificata: è impensabile che un parlamentare in più o in meno della metà dei presenti in aula possa stabilire la vita e la morte di centinaia di esseri umani, il concetto di delega, per quanto riguarda norme che modificano una morale secolare, non può dipendere dalla casualità di una singola presenza in aula: accettarlo per me è da irresponsabili.
Referendum sull´eutanasia
29/11/2021 - Roberto Bellia