Egregio Direttore, recentemente la Corte di Cassazione ha pubblicato una sentenza che, stabilendo legittima la presenza del Crocifisso nelle nostre aule scolastiche, apre la possibilità che la sua esposizione sia messa ai voti in base alle sensibilità religiose dei componenti di ogni classe.
Questa soluzione appare di buon senso ma, nella realtà, risulta paradossale e porta ad una completa delegittimazione della nostra storia, credenti o non credenti…
Il Crocifisso infatti non è soltanto un emblema religioso ma è anche il simbolo che rappresenta il nostro modo di sentirci parte di un tutto, almeno dall’epoca di Costantino il Grande (in hoc signo vinces).
I valori universali e il superamento degli egoismi personali che esso rappresenta, hanno aperto una strada anche ai concetti stessi di solidarietà ed accoglienza tra i popoli, di uguaglianza e altruismo.
Nulla è più adatto a rappresentare il nostro percorso comune nei secoli. Tutto questo non può essere messo ai voti, né a scuola né altrove.
Benedetto Croce, che sicuramente non era un baciapile, scrisse un libro dal titolo “Perché non possiamo non riconoscersi e non dirci cristiani”.
Ringrazio per l’ospitalità
Mettere ai voti il Crocifisso
29/11/2021 - Giuseppe Rischio