Carissimo direttore, ti chiedo un piccolo spazio per commentare l'articolo di Gabriele Romagnoli apparso sul quotidiano Repubblica di lunedì 10 gennaio scorso, che per migliore chiarezza riporto di seguito: «La prima cosa bella di lunedì 10 gennaio 2022 − ha scritto Romagnoli − è la frase finale del film "Don't look up", quando aspettando la fine ormai vicina Leonardo di Caprio assaggia il cibo, guarda il mondo intorno e dice: "Avevamo tutto". Il film può piacere o no, essere considerato di qua o di là, non è questo il punto. E' che spesso, quasi sempre va così: ci si accorge quando è troppo tardi che qualcosa che si è buttato via valeva. Intanto si va avanti, calpestando bellezza e inseguendo il vuoto. C'è sempre un equivoco, immenso, al fondo: che non finirà davvero. Ci si crede immortali, oppure si crede all'immortalità della somma di noi, del genere umano. O ancora, ci si disinteressa del prossimo, della somma di prossimi che sono i nostri posteri, figli inclusi. Bisognerebbe fermarsi adesso, un attimo, con la forchetta a mezz'aria, qualcuno che si ama a distanza ravvicinata, il panorama innevato o pieno di sole oltre i vetri, adesso che l'orologio continua, seppure a fatica, la sua corsa, la superficie non trema e il passato non è la sola cosa che ci resta. E dirlo adesso, coniugandolo come si deve: "Abbiamo tutto"».
Mi rivolgo dunque proprio all'illustre giornalista ed editorialista di Repubblica, per riprendere i contenuti del suo articolo con una semplice riflessione: avevamo tutto, come dice Leonardo di Caprio nella scena finale del film "Don't look up", o abbiamo tutto? E' una sfida interessante, che porta a chiedersi che cosa significhi questa affermazione quando lei sottolinea la nostra evidente fragilità. E' interessante che si possa dire di avere tutto e nello stesso tempo che siamo fragili, è la condizione dell'uomo che sa capire ciò che è essenziale per vivere.
L'affermazione di Di Caprio è una accusa al potere, oggi il potere ci può di nuovo togliere tutto se noi glielo permettiamo. Per questo in quell' "abbiamo tutto" vi è la nostra forza, il tutto si chiama cuore e ragione e sono il nostro punto di forza. Come diceva don Giussani, "l'amore è l'antipotere".
AVEVAMO TUTTO PRIMA OPPURE ABBIAMO TUTTO ORA? DI CAPRIO, ROMAGNOLI E NOI...
14/01/2022 - Gianni Mereghetti