I leader occidentali stanno dimostrando per l'ennesima volta la loro visione limitata ad ottenere ciò che sembra utile a loro nel presente: ciò che è utile all'umanità per il futuro sembra un dettaglio trascurabile.
Nel Luglio del 1991, con le macerie del muro ancora polverose, quando Gorbaciov si recò a Londra per chiedere sostegno al suo piano per traghettare la Russia verso la democrazia in tempi medio lunghi, la risposta dei leader del G7 fu un secco NO: Gorbaciov fu defenestrato, Yeltsin prese il potere e iniziò la stagione degli oligarchi, gli stessi che hanno sostenuto un ex capo del KGB permettendogli di instaurare una nuova dittatura.
I leader di oggi dimostrano la stessa apertura mentale: si preoccupano, dopo la sua caduta, di deferire Putin davanti ad un tribunale accusandolo di crimini di guerra così potranno dire ‘noi siamo i buoni lui è il cattivo'.
Io penso che invece di pianificare processi sarebbe utile pianificare un piano Marshall per aiutare chi prenderà il posto del dittatore a migliorare l'organizzazione economica russa per migliorare la vita dei cittadini e far progredire nel suo popolo il concetto di democrazia: l'unica arma vincente ovunque venga installata. Se l'Occidente, dopo questa catastrofe, avrà come obiettivo politico il ‘contenimento' politico ed economico della Russia continuando ad additarla come nazione nemica, come popolo nemico, per permettere ai suoi leader di ottenere il consenso elettorale e supremazia economica, dimostrerà solo la sua ottusità.
Trent'anni fa solo un italiano, Giulio Andreotti, cercò di aiutare Gorbaciov intuendo l'errore, speriamo che oggi un altro italiano, Mario Draghi, dimostri la stessa statura politica.
Non servono tribunali ma solidarietà
02/03/2022 - Roberto Bellia