Da Obama a oggi

14/03/2022 - Roberto Bellia

Le notizie e le immagini che ci giungono dall’Ucraina stravolgono le nostre giornate mettendoci di fronte ad un’aberrante realtà che credevamo di aver superato almeno nel nostro continente.
Penso però sia importante capire quando ha avuto inizio questo bradisismo trasformatosi in terremoto. Quando nel 2009 Obama diventò Presidente degli Stati Uniti il mondo esultò e gli fu addirittura attribuito un Nobel per la Pace senza che avesse fatto ancora niente di importante. Nel 2014 Janukovic governava l’Ucraina in modo autoritario e iniziarono delle proteste che portarono ai tumulti di piazza Maidan dove dei cecchini spararono sulla folla che manifestava, cosa che portò ad una vera e propria rivoluzione da parte di tutto il popolo che riuscì a rovesciare il Governo: peccato che i cecchini non fossero agli ordini del Governo ma fossero manovrati dall’opposizione che in questo modo riuscì a coinvolgere tutti gli ucraini: una tattica cinica e spietata mai usata prima da nessuno.
Chi fomentava e sosteneva tutto questo abominio? Gli USA di Barack Obama, e a conferma di questo a Ministro delle Finanze del nuovo Governo ucraino venne messa una cittadina americana che gestiva gli aiuti americani in modo a loro gradito.
Con questo regime change gli Stati Uniti modificarono l’assetto politico europeo ai confini della Russia e, a completare l’opera, l’Ucraina si mosse per entrare nella NATO mettendo così un dittatore come Putin in una situazione per lui inaccettabile: il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Ecco, fatto salvo l’inaccettabile e inumano comportamento di un dittatore, il via all’evoluzione che, Dio non voglia, potrebbe portare ad una guerra nucleare è stato dato da un Nobel per la pace.
E se i grandi (sic) della terra non si convinceranno che devono rinunciare ad avere ‘nemici’ politicamente utili ma devono lavorare per avere amici, prima o poi la catastrofe avverrà.
Il popolo russo e il popolo americano, nel dopo Putin, devono diventare fratelli: questa deve essere la strategia politica dell’Occidente.