SCUOLA AL RUSH FINALE, MA NON SI ALIMENTINO ANSIE!

29/04/2022 - Gianni Mereghetti

Carissimo direttore, da ex insegnante, e non avendo vissuto il Covid a scuola, mi permetto timidamente alcune osservazioni che mi stanno a cuore, essendo quotidianamente in rapporto con ragazzi e ragazze della scuola superiore. Siamo nel momento finale di quest'anno scolastico e il mese di maggio rappresenta un periodo non facile con il rischio di una concentrazione di verifiche e di interrogazioni, il che, se fatto senza considerare tutti i fattori in gioco, porta a vivere male la scuola.
E i segnali di questo li vedo già, nell'aumento di ansietà che verifico in studenti e studentesse.
Il mio desiderio (e non so se chiamarlo appello) è che non si faccia vivere ai ragazzi e alle ragazze il mese di maggio come una somma di scadenze decisive, come se si fosse sempre all'ultima prova che non si può assolutamente sbagliare. È un desiderio che vive di una certezza, quella che è un anno il percorso scolastico e che, anche se va male qualcosa a maggio, ciò che conta è tutto l'anno, il cammino che uno ha fatto: questo gli insegnanti dovrebbero comunicare, la serenità che viene dalla considerazione di un cammino fatto. Vi è un'altra considerazione che indegnamente mi permetto, ed è quella di non cadere nel tranello del programma che ormai da tempo non vi è più nella scuola. Questi ragazzi e ragazze hanno vissuto due anni di covid e questo ha inciso nel loro percorso, questo non bisogna cancellarlo! Quindi sarebbe ragionevole non porre loro ostacoli impossibili, ma seguire il ritmo delle cose. Ciò che deve stare a cuore non è che devono finire il programma, ma che devono imparare e conoscere. Se oggi riescono a conoscere 3, bene, non si pretenda che conoscano 5, perchè quando subentra la frenesia di imparare tutto, si finisce a non imparare neanche 3. Finisco esprimendo il mio desiderio di un mese di maggio in cui si impari ognuno al ritmo del suo passo, il ritmo che porta lontano. Grazie.