Egregio direttore, in un recente incontro di Champions League un collaborate dell’arbitro comunica allo stesso che una persona della panchina (non un calciatore che può essere identificato dal numero) deve essere espulso. L’arbitro domanda chi sia, il quarto uomo risponde «quello nero». Non l’avesse mai detto, casino in campo, accuse di razzismo e partita sospesa. Ma il peggio è la marea di conformismo da parte di televisione e giornali subito dopo. Tutti ad esaltare ed approvare il gesto dei calciatori in campo... La cosa ridicola è l’indomani, alla ripresa della partita, con i calciatori e gli arbitri in ginocchio col pugno alzato in mezzo al campo per rimarcare l’antirazzismo. Ora, poniamoci una domanda: se l’uomo da espellere fosse stato l’unico bianco in mezzo ai neri? (si può dire?) e l’assistente avesse detto «è quello bianco», qualche d’uno avrebbe protestato? Non è difficile capire che i primi razzisti, in casi come questi, sono tutti quelli che vedono una discriminazione a chiamare nero un nero. In Italia da anni si pubblica una rivista che ha come titolo “Nigrizia” (che si occupa del continente africano e degli africani nel mondo), edita dai Padri Comboniani. Negli anni ‘30 e ’40 uno dei maggiori collaboratori fu Monsignor Angelo Negri (1889/1949) ausiliario in Uganda che, se fosse vissuto in quest’epoca, con quel cognome forse avrebbe avuto qualche problemuccio!
"QUELLO NERO"... UNA RIDICOLA PAGLIACCIATA
24/12/2020 - Giuseppe Rischio