TRACCIA AZZURRA, LAVORI TERMINATI IL 30 NOVEMBRE, MA È GIÀ PIENA DI OSTACOLI E IN STATO DI ABBANDONO

16/12/2022 - O.L.

L'analisi emerge da un sopralluogo di Fiab Abbiategrasso “Abbiateinbici” che esprime perplessità e preoccupazione: «A chi spetterà d'ora in poi la sua gestione? Così non è certo un bel biglietto da visita...». «Ve la ricordate la Traccia azzurra? È la pista ciclabile che, con lo scopo di favorire la mobilità sostenibile e il cicloturismo diretto in Lomellina, collega le stazioni ferroviarie di Abbiategrasso e Vigevano passando per Ozzero. Progettata nel 2016 con un costo di 1.542.000 euro, due anni più tardi viene finanziata da Regione Lombardia e Fondo Regionale Europeo per lo Sviluppo Rurale per due terzi, a carico dei Comuni interessati quel che resta. I cantieri aprono nel 2019, rallentano per la pandemia di Covid 19, nell’estate 2021 il collaudo dell’ultima passerella. Lo scorso 30 novembre 2022 il Parco del Ticino comunica che “i lavori sono terminati”». La notizia, corredata dalle informazioni relative ai costi e all’iter che ha portato a questa situazione, è data da Fiab Abbiategrasso Abbiateinbici in una nota inviata lo scorso venerdì alla redazione del giornale. Notizia che introduce il seguente resoconto dell’esperimento sul campo effettuato ad opera di alcuni appartenenti al sodalizio: «Oggi Fiab Abbiategrasso Abbiateinbici - scrivono i diretti interessati con riferimento appunto alla giornata di venerdì 9 dicembre scorso - ha provato il percorso, mettendosi nei panni di un cicloturista che non conosce il territorio. Né alla stazione di Abbiategrasso né lungo tutto il tracciato fino al ponte sul Ticino sono presenti segnali che indichino la Traccia e la direzione da seguire. Se per caso si attraversa il passaggio a livello di viale Mazzini e si imbocca via Giramo, la strettissima corsia ciclabile è quasi cancellata, intralciata da numerosi pali, resa pericolosa da caditoie e tombini rotti o sprofondati e bloccata dalle auto parcheggiate. Chi ce la fa poi a districarsi nel labirinto tra il riattraversamento della ferrovia, auto parcheggiate sulla ciclabile in via Galilei, passaggio pedonale con salita sul marciapiedi e slalom tra i paletti all’imbocco di via Villani, trova inaspettatamente in via Maggi una “strada E-bis”, cioè una strada ciclabile urbana con limiti di velocità prima di 30 poi di 20 km/h e priorità per le biciclette. Pochi metri di tranquillità, ed ecco la rotatoria in zona Mc Donald’s, dove i ciclisti provenienti da via Maggi devono attraversare con la bici a mano sul passaggio pedonale. Anche qui niente segnaletica di direzione. Riuscendo a ritrovare la ciclabile si incontra un tracciato di cemento parzialmente coperto dalla vegetazione, che corre un po’ a sinistra e un po’ a destra della provinciale 183, obbligando per due volte i ciclisti ad attraversare a piedi su passaggi solo pedonali, poi la pista svolta a sinistra finisce sulla strada per Gudo Visconti. Sta dunque alla fantasia di chi pedala decidere se attraversare Ozzero e come farlo. La pista riparte in fondo alla discesa a fianco della provinciale 52, il fondo è in un materiale poco coerente dove le bici da corsa affondano, ma è molto gradito alle malerbe, e sparisce qualche centinaio di metri prima dell’incrocio con la ex statale 494. Il ciclista viene così a trovarsi in mezzo al traffico veicolare e deve riuscire, senza farsi investire dagli automezzi che svoltano a destra, a attraversare a piedi sul passaggio pedonale per infilare la ciclabile seminascosta dal guardrail sull’altro lato della statale. Da lı̀ parte uno stretto single track coperto da erbacce e rifiuti, che poi torna ad allargarsi, mentre vegetazione invadente e spazzatura accompagnano il ciclista ancora per un paio di km fino a una sbrindellata rete arancione che segna la fine della pista ciclabile, in attesa che venga finalmente aperto il nuovo ponte sul Ticino, dove dovrebbero esserci ben due piste ciclabili, una per ogni corsia di marcia». Dati i dettagli e le sensazioni che emergono dal racconto di Fiab Abbiategrasso Abbiateinbici, non è difficile immaginare quali siano le conclusioni (peraltro del tutto condivisibili e che amplificano in modo inequivocabile le perplessità già sollevate anche dal nostro giornale attraverso un video di fine estate nel quale avevamo mostrato semplicemente l’incongruità del fondo stradale del tratto della pista in prossimità di Ozzero e l’invasione della vegetazione che la caratterizzava). «Nel complesso, a lavori appena terminati - osservano dunque da Fiab Abbiategrasso Abbiateinici - la ciclabile dà una triste sensazione di abbandono e ci chiediamo a chi spetterà la sua gestione da ora in poi, perché, senza manutenzione e pulizia adeguate, la Traccia Azzurra è destinata a scomparire rapidamente. Insomma - chiudono gli autori del sopralluogo e del conseguente comunicato - un biglietto da visita non esaltante per presentare il nostro bellissimo territorio ai turisti amanti della mobilità lenta e sostenibile».