Riceviamo e pubblichiamo la replica, diffusa ni giorni scorsi attraverso una testata online e di conseguenza sui social, di un membro della Consulta Giovani del Comune di Abbiategrasso di recente costituzione il quale, a titolo personale, ha inteso reagire all’articolo comparso mercoledì della scorsa settimana sul Corriere della Sera, a firma Andrea Galli, e già commentato anche nell’editoriale dal titolo “Un Galli nel pollaio” pubblicato a pagina 5 nell’edizione della Libertà dello scorso venerdì, 16 dicembre, a firma del sottoscritto. Ben venga che un giovane di soli 20 anni decida di opporre le proprie ragioni e i propri punti di vista alla tesi passata per quelle due righe a dir poco infelici dell’affermato e navigato giornalista del Corriere. Al suo scritto diamo dunque ospitalità anche sulle nostre pagine, pur non potendo esimerci dall’osservare che la forma e a tratti anche il contenuto lasciano molto a desiderare. Non è importante? Di questo hanno provato a convincermi. Lasciamo allora che giudichino i lettori: noi allo scritto del nostro giovane concittadino non mettiamo mano; faccia l’effetto che deve e possa arrivare anche al destinatario designato (che sarebbe bello desse risposta e prima ancora una spiegazione).
M.A.
Caro Andrea Galli, sono Christian Troiano, cittadino e studente universitario di questo territorio come da lei definito “rettilineo e decadente” in cui sono nato e in cui vivo. Me ne dolgo che lei ritiene che questa zona di Lombardia sia una zona lasciata al suo stato di abbandono e di decadenza, eppure qui vive ancora una storia che non solo la Lombardia, ma l’Italia intera ha vissuto. Potrei dire che anche qui è passata la storia d’Italia in questo territorio definito da lei decadente, piatto e noioso. Le potrei narrare della città di Abbiategrasso e del suo centro storico che, dopo millenni, muri di case e palazzi ancora parlano del passato, ad esempio sotto le casate ducali degli Sforza e dei Visconti, testimoniati dalla presenza di un Castello di origine sforzesca proprio nel centro della città che, come molte in Lombardia, ha visto verso la fine del ‘400 l’inizio della dominazione straniera, ma anche l’inizio del risorgimento verso la metà del ‘800, perché si, anche qui ad Abbiategrasso nella vicina città di Magenta (storica per la sua battaglia risorgimentale) e nel tutto il circondario si è fatta l’Italia! Parlerei ancora molto volentieri di Abbiategrasso, della città che vivo, ad esempio dei vari palazzi e delle chiese che dopo diversi secoli ancora svettano nel cielo, per esempio del palazzo Stampa, del Palazzo Albini, di Villa Sanchioli, di Palazzo Annoni, del palazzo comunale, così come anche della chiesa di Santa Maria, della Chiesa di San Pietro, del convento dell’ Annunciata, e dei storici portici che ancora adesso assieme alle strade che dal centro conducono alla periferia, fino alla campagna, raccontano storie di vita passata, tra i giorni e le notti, tra le estati e gli inverni tra gli operai, commercianti e gli agricoltori. Vorrei inoltre ricordarle che anche appena fuori ad Abbiategrasso vive la bellezza della natura che tutt’oggi in questo frangente di Lombardia, condivide con la bellezza dell’intelletto umano, penso ad esempio al Naviglio Grande, importante infrastruttura idrica che oltre a servire i vari terreni agricoli, ha permesso di realizzare quello che oggi è il celebre monumento di Milano riconosciuto da tutto il mondo: il Duomo. Un fiume che da Milano giunge a Castelletto di Abbiategrasso attraversando campagne e passando tra i ponti storici di Cassinetta di Lugagnano, di Robecco sul Naviglio, di Boffalora sopra Ticino, fino a incrociare il Fiume Ticino che dalle valli svizzere raggiunge il Po’ passando tra il Piemonte e la Lombardia, celebre anche esso per le sue bellezze naturalistiche della flora e della fauna, così anche come la sua storia. A proposito di campagna, vorrei inoltre ricordarle che non tutte sono cascine in decadenza, ma ci sono aziende agricole che dopo generazioni producono ancora una delle nostre eccellenze italiane come il nostro riso. Aziende agricole che hanno aperto al turismo di cui molti Milanesi giungono qui per trascorrere un weekend fuori porta. Lontano dai rumori e dai chiassi del traffico metropolitano. Turismo che le ricordo, in Italia e una importante risorsa. Le parlerei anche della gente che vive e che abita questi luoghi, che seppur travolti dalla crisi economica, non hanno mai smesso come me, di credere al futuro, con la voglia di ripartire, di reinventarsi, di svilupparsi, di crescere sia economicamente che socialmente, anche con quella voglia costruire relazioni con Milano e con gli altri territori che ci circondano. Perché si, anche qui si è vissuto e si vive ancora tra le nebbie e il gelo che rendono caratteristici questi luoghi. Perché anche qui è passata e passa la storia d’Italia e d’Europa. Perché anche qui crediamo che tra orizzonti rettilinei, non dovremmo mai aver paura del domani che sorge all’orizzonte in ogni mattino. Ma non mi dilungerei ancora, perché vorrei che fosse lei a venire qui a sentire la storia e la cultura di questi borghi e di queste città e, si ricordi di una cosa, ogni luogo e ogni città, ha sempre qualche storia da raccontare, nel bene o nel male, bisogna solo avere la capacità di sentire, di capire e di ascoltare, perché è proprio così che è fatto il mondo, modellato solo dalle scelte che compiamo, sia nella polis che nella cosmopolis
RISPOSTA A GALLI SU “RETTILINEI E CASCINE DECADENTI”
23/12/2022 - Christian Troiano