Caro Marco, scusa se mi approfitto ancora (o per lo meno, cerco di approfittare) delle pagine di OeL. Ma questa volta è per una giusta e sacrosanta causa. Vorrei unire la mia voce a quella dell’ex presidente del Consiglio comunale Marcantonio Tagliabue e ti spiego anche il perché: due settimane fa ti mandai un pensiero utopico di proporre la nostra Abbiategrasso come sede del nuovo erigendo stadio per Inter e Milan, viste le eterne incertezze di Sala a Milano e la velocissima autocanditadura di Sesto San Giovanni. Ebbene Marco, sono stato fermato per strada e persino a Messa da decine di persone entusiaste della proposta e lamentose per l'immobilismo ormai trentennale della nostrà città. Il tono dei discorsi era questo: «L'ospedale sparisce, il tribunale non c'è più, l'Inps è andata a Magenta, l'Ufficio delle Entrate pure, la Siltal ha chiuso, la Mivar ha chiuso, la Igav non c'è più», e via di questo passo facendo di tutta l'erba (marcia) un fascio. La conclusione era: Abbiategrasso langue e sta diventando un mortorio. Poi aggiungevano le solite maledizioni ai No tang, ai No centro commerciale, ai No cemento, ai No tutto e via di questo passo. Ed erano tutti d'accordo su un'ineluttabile verità: Abbiategrasso dopo Emanuele Samek Ludovici (senatore degli Anni 50) e Ivaldo Carini (senatore degli Anni 90) non ha saputo più esprimere un politico ad alto livello che la rappresentasse e facesse valere gli interessi della nostra zona. Lo so Marco, stai pensando che sto dicendo cose risapute, trite e ritrite; ma ecco che nell'anno di grazia 2023, mese di febbraio, si presenta agli abbiatensi un'occasione unica e irripetibile: due giovani, Andrea Sfondrini e Chiara Bonomi, abbiatensi di buona volontà, si sono candidati per la Regione. Come dice spesso il mio amico Adolfo Lazzaroni, «È il momento delle persone che mandiamo a rappresesentarci più che della politica che esse rappresentano». Bene, non parlerò degli schieramenti in cui si presentano, ma parlerò di loro, delle loro famiglie e della necessità di Abbiategrasso di averli in Regione come nostri rappresentanti. Ci vogliono duemila voti per entrare in Consiglio Regionale. Non è un'impresa impossibile, se gli abbiatensi riescono a mettere da parte il lamento possono concretizzare questa opportunità. Abbiategrasso ha bisogno di loro come il pane. Abbiamo più che mai bisogno di qualcuno che abbia la nostra città al centro dei suoi progetti politici. Di Andrea Sfondrini conosco la famiglia da quando, da bambino, frequentavo l'oratorio di Castelletto. Il papà Alberto (fratello dell'indimenticato Mario, architetto e amministratore comunale, socio fondatore della Editrice di codesto settimanale) e la mamma Rosalba condividevano con tanti amici e con il sottoscritto gli anni più belli di gioventù sotto la guida, ma sopratutto l'esempio, di don Giovanni Croci. Abbiamo condiviso giochi e avventure con padre Giancarlo Bossi... Cari amici che mi leggete, non faccio fatica ad affermare che da una famiglia con queste "refererenze" non può che "uscire" una persona per bene. Ed è di questo che abbiamo bisogno in politica: di persone qualificate (Andrea è ingegnere) e per bene. L'altra candidata è Chiara Bonomi , già nota in politica perchè assessore alla Polizia locale, alla Sicurezza e alla Viabilità nel nostro Comune. È mamma di tre figlioli (Tommaso, Naike e Guendalina). Anche in questo caso posso garantire di conoscere bene la famiglia, perché oltre ad essere lei stessa geometra come me, anche suo padre è stimatissimo professionista a Vigevano. Concludendo, abbiamo due giovani di buona volontà che vogliono andare in Consiglio Regionale a far risorgere Abbiategrasso. Scriviamo i loro nomi fra le preferenze, ce la possiamo fare. Se non sfruttiamo questa occasione, non fermatemi più per strada a dirmi che Abbiategrasso dorme.
«HA RAGIONE TAGLIABUE: VOTIAMO I CANDIDATI DI QUI!»
03/02/2023 - franco fagnani