Gentile direttore, che settimana particolare, dura, triste.
Per noi della Filarmonica è il secondo saluto in meno di una settimana.
Mercoledì scorso Andrea, e oggi tocca a te, Damiano.
Ti do del tu come non ho mai fatto, perché quando sono entrata in Filarmonica avevo 14 anni, e tu eri uno dei “grandi” (e “a quei tempi” ai grandi si dava del lei). Una di quelle persone che con orgoglio rivendicavano l’appartenenza a un’associazione (e come con la banda, così è stato anche con la Cappelletta, dove eri instancabile collaboratore di tutte le iniziative).
Nei tanti anni di permanenza in Filarmonica hai fatto di tutto; non solo musicista, ma consigliere, sarto (chi dimentica la presa delle misure per la prima divisa?), membro della redazione dell’Informatore.
Si è condiviso tanto: le prove per i concerti, i servizi, le gite… ognuno ha ricordi e aneddoti da raccontare.
Oggi siamo vicini a Graziella e ai vostri figli, e nel frattempo pensiamo a cosa ci avete lasciato: la voglia di fare, la responsabilità, il sapere essere esempio per i tanti ragazzi che sono entrati dopo di voi.
Ce la mettiamo tutta.
È una settimana dura, ma è stato bello aver fatto un pezzo di cammino assieme a voi.
ANDREA, DAMIANO, È DURA DIRVI ADDIO. MA È STATO BELLO CAMMINARE INSIEME
29/11/2023 - Paola Magnaghi