Egregio direttore,
ho sempre apprezzato, e continuo a farlo, il dar voce con le lettere al direttore a chi contribuisce per conoscere, o approfondire, problemi che riguardano l’ Abbiatense o il mondo intero. È il grande servizio che fa un grande giornale (anche se non "grosso", non di tiratura e diffusione a livello nazionale).
In questi giorni riflettiamo sul Natale, sul suo significato autentico, violato dal ridurlo strumentalmente ad occasione troppo spesso di iper consumismo (tra l’altro problema non nuovo per chi già negli Anni Settanta del secolo scorso vedeva gli inizi di questo degrado).
Ma c’è un altro aspetto, esattamente all’opposto; senza ulteriore analisi critica, mi limito ad enunciazioni.
In Francia, a Nanterres, nessun segno del Natale, città con percentuale significativa di presenza di cittadini musulmani; qui vicino, a Parabiago, marocchino incendia presepe e chiesa (solo malato mentale?); dopo la solfa del "cadaverino"-crocifisso da togliere dalle aule scolastiche, il no al presepe; l’intervistatore di un noto programma televisivo che ha chiesto dove sia nato Gesù e chi fosse il padre di Gesù si è sentito dare risposte astruse (da Nazareth, a Roma, perfino a mastro Geppetto, e via). E c'è chi ha collocato una donna nel presepe al posto di Giuseppe accanto a Maria (decisione di un sacerdote, non di una signora proveniente da Lesbo). È preoccupante leggere che studenti italiani sono tra gli ultimi nel mondo nelle conoscenze e nella padronanza della matematica. Ma chi si sta preoccupando del “nostro” Natale?
CHI SI PREOCCUPA DEL "NOSTRO" NATALE?
21/12/2023 - Umberto Masperi