Egregio direttore, quest’anno ricorre il centenario della fondazione del PCI, da tutta Italia sono partite le sirene evocative. Le Poste Italiane faranno un francobollo celebrativo, il governo darà un contributo finanziario, televisioni e media annunciano trasmissioni e speciali...insomma una grande festa. Il mio pensiero va al 18 aprile 1948 quando i miei genitori e milioni di italiani votarono per i partiti di centro, evitando così di passare dalla dittatura fascista a quella più feroce comunista e sappiamo com’è finita l’era comunista... Vorrei anche ricordare che, fra i sostenitori del fronte popolare del ’48 (comunisti e socialisti) vi erano personaggi come Pertini, Napolitano, Macaluso e anche il buon Nenni. Questi politici non sarebbero probabilmente sopravvissuti alle purghe staliniane. Caro Direttore, vorrei qui rammentare che, nell’anno appena trascorso cadeva il bicentenario della nascita di Vittorio Emanuele II (1820-1878), primo capo di stato italiano chiamato anche Padre della Patria. Dobbiamo riconoscere che senza di lui, forse la nascita della Stato italiano avrebbe avuto qualche difficoltà in più. Mi piace ricordare che era anche uomo di grande coraggio, nella battaglia di Palestro (31/05/1859 2a guerra d’Indipendenza italiana) contro gli austriaci entrò in battaglia a fianco degli zuavi francesi i quali, si sentirono in dovere di nominarlo Caporale d’onore del Terzo Zuavi per il coraggio dimostrato. Lo stato italiano si è completamente dimenticato del “Re galantuomo”. Domanda: ha fatto di più per l’Italia il P.C.I. oppure Vittorio Emanuele II?
<i>R.: Povero Re, e povero anche il cavallo (M.A.)</i>
PCI SI', VITTORIO EMANUELE II NO
05/02/2021 - Giuseppe Rischio