UNA NAVIGAZIONE LUNGA CINQUANT'ANNI

18/04/2024 - Nazareno Brusati

Piove. Giorni che non sembra far altro, questi.
Sono seduto al tavolo che chiamo “la mia scrivania”. Poca voglia di leggere... mi perdo assai e facilmente nella noia.
Va beh! E' impensabile trascorrere la serata così, qualcosa la devo pur fare. I miei genitori desiderano fare dei lavori in camera mia, ma occorre che decida cosa farne di tutta quella roba che ho lasciato lì. L'ultima volta che sono passato, ho scattato una foto: la apro ed allargo a schermo intero, così mi rendo conto di quello che c'è.
Zoomando sulla libreria – e chi si ricorda cosa vi sia? - il mio occhio si blocca su di una cornice posta sopra il letto, a fianco di quella con un uomo che manca da troppi anni, il mio papà. E', il primo, un riconoscimento “speciale” per l'impegno nell'organizzazione del Cantagallo... Consegnatami intorno alla metà (ovviamente il futuro non lo si può conoscere) del mio viaggio nella manifestazione sanpietrina.
Ed i ricordi divengono onde incontrollabili ed inarrestabili...
Tempeste di vita, gioia, allegria... Bufere di impegno, anima e
corpo, sudore ed incensante lavoro... Dolci brezze di soddisfazione e riconoscenza...
E si compie l'incantesimo: i ricordi diventano vividi, prendono forma e si solidificano. Quasi da poterli toccare con mano, quasi da riuscire a percepirne la consistenza fisica. Quasi da trovarsi nuovamente a vivere quegli attimi.
Ed eccomi, così, di nuovo perennemente accampato in quella stanza delle prove con i musicisti; in quel luogo in cui tutto andrà in scena a preparare. Assemblare gli impianti audio/luci e provare che tutto funzioni alla perfezione. Controllare quanto possibile ogni minima cosa... accogliere, guardare, commentare – ed anche sopportare – chi sta preparando scenette, balletti ed intramezzi vari.
Dare inizio alle serata e seguirne lo svolgimento, assicurandosi che tutto proceda per il meglio... che tutti si divertano come vuole lo spirito della manifestazione.
E... Quello che ognuno immagina, se è possibile in un contesto come questo, allora è realmente quanto vissuto e provato: chi più ne ha più ne metta.
E quando un'edizione finiva, pronti via... si cominciava con la mente a guardare al futuro, al nuovo. Con i tempi e l'attenzione necessaria, ma sempre guardando avanti, cercando di fare ma soprattutto dare il massimo ogni volta.
Recentemente ho realizzato un sogno a lungo inseguito: ottenere la Patente Nautica (a Vela).
Tra velisti ci si scambia un “Buon Vento”. Ed è l'augurio che desidero fare anche a Te, Cantagallo.
Buon Vento!
Per quanto ormai la mia vita mi abbia condotto ad imbarcarmi su altre barche, un tempo appartenevo al tuo equipaggio. E quando mi immergo in quel vento dei ricordi non posso fare a meno di pensare a quei momenti, a quegli anni insieme. A quando, lo ammetto, mi pensavo, ed un poco atteggiavo, come il comandante, lo skipper. Anche se forse, più appropriato era definirmi come il timoniere, perché regolare le vele era compito che altri avevano assunto.
Ed adesso, ripensandoti, non ti vedo navigare, non conosco la tua posizione (gps o punto nave?), non conosco chi è a bordo, ma so che navighi. Ed in fondo al cuore, con affetto sempre vivo, mai spento, sono contento. Perché per quanto impetuoso sia a volte il Mare della Vita, tu sei arrivato fino a qui.
E per anni, molti anni, io ero imbarcato con te. Su di te.
Mi è stato detto che ultimamente – complice la pandemia? – hai cambiato le date nelle quali le tue vele di note invadono la Parrocchia di San Pietro e Abbiategrasso. Perciò, in questa quaresima (cioè il momento in cui scrivo), ancora non hai sciolto gli ormeggi.
Non importano le date: guardando il mare della vita ci sarà sempre qualcuno che ti vedrà solcare quelle onde. Ci sarà sempre un equipaggio pronto a guidarti.
Pertanto tra pochi (Quanti? Vedi, non lo so di preciso, altri Venti mi guidano nella vita) mesi salperai in questo 2024, e allora:
Buon Vento Cantagallo!
Che la tua sia una navigazione molto più lunga di questi (primi) 50 anni.