Egregio direttore, trovo avvilente la posizione del comitato tecnico scientifico. Mentre la Lombardia e tutte le associazioni di categoria insistono per sostenere la vitale importanza di riaprire la ristorazione almeno fino alle ore 22, la risposta del CTS che di fatto boccia questa ipotesi minacciando addirittura ulteriori restrizioni, è sconcertante e fuori dalla realtà.
Il passaggio della Lombardia in zona gialla ha permesso a 51mila locali di riaprire le proprie porte. Ora si deve lasciarle aperte.
Del resto la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di locali per il consumo di cibo e bevande fuori casa. A livello provinciale, il primo territorio è quello di Milano con oltre 18mila esercizi, seguono Brescia con circa 7mila, Bergamo con più di 5mila, Varese con quasi 4 mila locali, Monza e Brianza oltre 3 mila, Pavia e Como con circa 3 mila, Mantova con circa 2 mila, Cremona con 1.700, Lecco con circa 1.400, Sondrio con 1.100 e infine Lodi con poco meno di mille esercizi dedicati alla ristorazione.
Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione si sono fatti già sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.
Zona gialla non vuol dire conti in rosso.
RISTORATORI: ZONA GIALLA E CONTI IN ROSSO
08/02/2021 - Silvia Scurati consigliere regionale Lega Nord