QUELLE TRE RAGAZZE CORAGGIOSE...

01/07/2024 - Umberto Masperi

Egregio direttore,
non entro nel caso specifico delle tre studentesse del liceo "Foscarini" di Venezia. Colgo però l’occasione per una riflessione (valorizzando modestamente la mia esperienza di studente e docente per trent’anni, molto tempo fa).
Primo: di fronte ad ogni ingiustizia scatta sempre in ognuno di noi la tentazione della ribellione; secondo; chi è chiamato a giudicare, compito delicatissimo, non può prescindere da quella dimensione di buon senso, di “visione” a trecentosessanta gradi sulla persona che viene  valutata e sul contesto, problematico, qual è la fase conclusiva degli studi secondari (ovvero la maturità); terzo: l’intervento deve sempre essere, per necessità etica oltre che istituzionale, di tipo collegiale, con l’autorevolezza di chi presiede (i miei lontani ricordi di commissario mi hanno molto insegnato sull’importanza del presidente nel risolvere problemi talora assai difficili); quarto: l’educazione del “buon cittadino”, mi ripetevano da piccolo, secondo san Giovanni Bosco inizia sulle ginocchia dei genitori (da aggiungere che questa realtà prosegue con gli educatori in ogni età,e tali rimangono anche i docenti, ad ogni livello scolastico; quinto: l’esame di maturità sarà sempre presente per tutta la vita nel ricordo di ogni persona (dopo 55 anni ricordo sempre l’attrito che ebbi verso un commissario, con handicap fisico, che però non sapeva ascoltare e confrontarsi, un sessantottino marxista sfegatato...
Da ultimo: quale gioia ho sempre provato quando vedevo uno studente soddisfatto dello svolgimento e dell’esito del proprio esame, dopo che tra noi commissari ed il presidente ci ripetevamo: questo studente ora dovrà affrontare le difficoltà della vita futura, che la società spesso impone, e noi cerchiamo di fargli capire che continuiamo ad essergli vicino, di aver fatto il nostro meglio.
Mi auguro che il ministro, dopo la retorica del saluto ai maturandi all’inizio delle prove, si rivolga sinceramente a loro, al termine, con una doverosa valutazione conclusiva. Tre ragazze coraggiose (anche se non da prendere come esempio) che ci offrono l’occasione di pensare che possono esistere altri casi analoghi, di cui non si parlerà.