LA TRAGEDIA DI PADERNO DUGNANO

19/09/2024 - Gianni Mereghetti

Carissimo direttore,
la tragedia di Paderno Dugnano dice di quanto il male sia presente dentro il tempo e si insinui nella mente creando immagini deliranti così ossessive fino a diventare azioni violentissime. A Paderno Dugnano è successo e questo significa che il male è una realtà contro cui bisogna lottare per poter prevenire la sua iniziativa e poter disattivare la sua energia malefica. È una presenza attenta, capace di leggere i segni del male, è una presenza che sa ascoltare chi soffre l'assedio quotidiano del male, è una presenza che fa compagnia e attiva gli specialisti necessari per la guarigione, è una presenza che c'è con tutta la sua carica di affettività e abbraccia chi soffre. Così si affronta il male che incombe sulle menti più fragili, con una presenza ampia e senza limiti. Quella stessa presenza di cui oggi sono testimoni i nonni di Riccardo, il diciassettenne che ha ucciso fratello, madre e padre, la presenza di uno sguardo in cui anche lui, Riccardo, può ritrovare se stesso con un cammino ascetico. Perché di fronte al male che ci prende non basta riconoscerlo, ci vuole un cammino, un lavoro per potersi liberare dalle profonde lacerazioni che ha impresso.
Così è una sfida per tutti quella che lancia la tragedia di Paderno Dugnano, una sfida a riconoscere che il male esiste, che è una realtà, da cui ci si può liberare attraverso un lavoro che porta a riconoscere la propria origine nel Dio che è totalmente bene.
Non basta schioccare le dita per mettere a tacere il male né basta riconoscerlo e analizzarlo, ci vuole la presenza di un Bene che ci accompagni a fare un lavoro per vedere che non il male ma Dio ci definisce, Dio ci dà un nome eterno. E il male può raggiungere livelli così terrificanti come è stato a Paderno Dugnano ma Cristo ha già vinto, bisogna saperlo riconoscere!