Caro direttore,
siamo passati dal miracolo economico all’incerto futuro.
Appartengo alla terzultima generazione, quella nata nella seconda metà degli Anni Trenta del secolo scorso che, insieme alla quartultima, ha contribuito al miracolo economico italiano degli Anni Cinquanta e Sessanta.

Usciti da una guerra disastrosa, non avevamo tempo da perdere, pertanto si lavorava sodo e si frequentavano le scuole serali (sono sparite?) senza lamentarci, anzi eravamo felici ed ottimisti.

Non avevamo la cultura di quest’ultima generazione, non sapevamo imbrattare monumenti, opere d’arte e fare blocchi stradali. Domanda: pensavamo più al futuro noi della terzultima generazione, oppure quelli di quest’ultima generazione?

Ringrazio per l’ospitalità